Lo chef Niko Romito diventa Cavaliere della Repubblica

Niko Romito - foto fonte web
Niko Romito – foto fonte web

di Elisia Menduni

Lo chef Niko Romito, chef del ristorante Reale Casadonna il 2 giugno diviene Cavaliere della Repubblica. Quando gli portano il fax che glielo notifica, sono al suo ristorante e me lo mostra felice. Fabio che collabora con i fratelli Niko e Cristiana Romito, ci racconta che la segreteria del Presidente della Repubblica, prima di far partire il fax li ha chiamati e si è congedata con un “Ossequi”.

La medaglia, la cerimonia e questo saluto così arcaico, soprattuto sentito e non letto su una lettera ufficiale, sono il segno di una certa Italia istituzionale. Sono specchio formale di rispetto e riverenza a uno chef da parte del Presidente della Repubblica.

Certo non è come la qualifica di Cavaliere del Lavoro, o dei riconoscimenti dal valore diffuso come la Legion d’Honneur in Francia o la nomina di Baronetto in Inghilterra. In Francia Bocuse e molti chef già ricevono riconoscimenti e sono ritenuti centrali all’interno del sistema culturale ed economico del paese.
In Italia no. Gualtiero Marchesi è stato fatto Cavaliere della Repubblica e poi Commendatore, ma è una mosca bianca in un panorama che non qualifica, non riconosce e non tutela un intero sistema.

Poco prima dell’arrivo del fax parlavamo con Niko Romito delle polemiche nate dalle dichiarazioni del Sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. Alla luce di questa bella nuova, che mi costringerà a chiamarlo Cavaliere per il resto dei suoi giorni, la riflessione si è sdoppiata. Da un lato esiste un’Italia istituzionale che lo premia e dall’altro c’è una figura politica importante come quella del Sottosegretario che rilasciando un’intervista a Panorama, danneggia e offenda tutto il mondo della ristorazione e della gastronomia italiani.

Prima che il ragionamento si sviluppasse ho acceso la telecamera e ho premuto REC.
Questo è il mosaico di riflessioni che ne sono nate, con un rilancio e invito dello chef al Sottosegretario.

Ora che lo chef è diventato Cavaliere, sarà difficile declinare.

Articolo tratto da Gazzetta Gastronomica

 

 

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